martedì 2 ottobre 2012

Grillo, voto on-line e "quantità di democrazia"

Accusato di mancanza di democrazia nella gestione del suo movimento, Grillo corre ai ripari. Per le prossime elezioni politiche, i candidati dell'M5S saranno scelti on line. (ecco qui l'articolo di Schiaffino apparso sul Fatto Quotidiano). L'M5S è intenzionato ad utilizzare la piattaforma di voto on-line «Liquid Feedback», creata da Interaktive Demokratie (potete vederla qui).

Se consideriamo il blog di Grillo nella sfera comunicativa della CMD (Computer Mediated Discussion), possiamo notare, come ha brillantemente esposto Schneider nella sua tesi di dottorato Expanding The Public Sphere through Computer-Mediated Communication (qui, pp.43-50), che si utilizza prevalentemente lo stesso schema comunicativo top-down del broadcasting. L'autore (o il gestore) del blog, infatti, può essere comparato a un canale sul quale ci si può sintonizzare.

Cosa significherebbe, questo, in termini di rapporto tra comunicazione e voto on-line? Probabilmente qualcosa di simile a quello che si verifica durante il voto tradizionale: la visibilità del candidato è la caratteristica più importante nel processo decisionale dell'elettore.

Non sussiste, dunque, la connessione logica tra modalità di voto on-line e la maggiore democrazia invocata da Grillo.



TIP PER UN'INTERPRETAZIONE AUTONOMA

[...] fornendo agli individui forme di conoscenza e informazioni alle quali non avrebbero altrimenti accesso, la quasi-interazione mediata può stimolare la deliberazione tanto quanto, e forse più dell'interazione faccia a faccia in un luogo condiviso - J.B. THOMPSON












lunedì 24 settembre 2012

Facebook e Homo Videns: il primato dell'immagine?

Stavo leggendo, qualche giorno fa, un articolo molto interessante del Corriere della Sera (trovare il link QUI). La notizia è questa: Mark Zuckerberg, su suggerimento della della commissione irlandese per la Protezione dei Dati, sembra intenzionato a togliere l'applicazione del sito Face.com. Questa app (il linguaggio del web 2.0 è roba per arrotini...) consente, all'utente che carica un'immagine, di ricevere suggerimenti sul nome delle persone che appaiono nella foto. Tralasciamo il solito (ma comunque importante) discorso sulla privacy e concentriamoci sull'importanza dell'immagine in sè. Considerato anche che Facebook ha recentemente acquisito l'app di Instagram e Google quella di Snapseed.



Guardate la differenza fra le due immagini proposte nell'articolo. Il primo lo conoscete tutti. 
Il secondo è più difficile da inquadrare.


Si tratta di Giovanni Sartori, politologo e filosofo italiano noto più agli negli States che da noi. Nel 1997 crea la definizione Homo videns, resa pubblica con l'omonimo libro, sottotitolato Televisione e post-pensiero. La tesi centrale dell'opera è (dis)evoluzionistica: l'homo sapiens, mettendo al centro della propria vita culturale il guardare, sta perdendo la sua capacità simbolica e regredendo a stati di coscienza ancestrali. L'analisi di Sartori è, ovviamente, influenzata dal predominio politico-televisivo di Berlusconi in Italia. 
Proviamo a spostare il discorso qualche anno più avanti. L'immagine in sé, nel mondo dei Social Network, ha un'importanza fondamentale. Conosciamo tutti il piacere di caricare foto per condividerle con la nostra cerchia di amici.  C'è dunque il rischio che il primato dell'immagine nei Social Network possa portare a conseguenze cognitive simili a quelle televisive? 
Probabilmente dipenderà da quanto aumenterà (o diminuirà) il fattore immagine rispetto al fattore relazionale all'interno di un normale utilizzo del profilo FB. L'aspetto relazionale di FB è una caratteristica che può essere considerata positiva, anche se comunque può contribuire allo sradicamento delle relazioni sociali nella realtà. 

Si tratterà quindi ancora di Homo Videns? 


TIP PER UNA INTERPRETAZIONE AUTONOMA

Il dibattito su un'emergente «videocrazia» o »«telecrazia» che in Italia sarebbe emersa nel 1994 ebbe risonanza internazionale. Personalità e stile non soltanto sembrarono contare pià del contenuto politico ma parvero essere diventi tutto - D. FORGACS

lunedì 17 settembre 2012

Il V-Day fu davvero organizzato dal basso? Critica dell'articolo Political Protest Italian-Style


Girovagando per la Rete in cerca di articoli interessanti sul tema Social Media e politica, ho trovato questa bellissima analisi del V-Day di Pepe e di Gennaro: Political protest Italian-style: The dissonance between the blogosphere and mainstream media in the promotion and coverage of Beppe Grillo’s V-dayEcco il link all'articolo. Oltre a descrivere la copertura mediatica dell'evento, l'articolo si propone di dimostrare come l'evento sia stato organizzato dal basso, grazie soprattutto alla blogsfera legata a Beppe Grillo. Si contraddice, quindi, il processo top-down dell'informazione sottolineato negli interventi dei mainstream media, secondo i quali tutto sarebbe dipeso dalle capacità comunicative e persuasive di Grillo.

L'analisi di Pepe e di Gennaro si svolge su due livelli. Il primo analizza la copertura mediatica dell'evento: da una parte i mainstream media, dall'altra la blogsfera grillina. Vengono analizzati i contenuti e stilata una lista dei media che parlarono dell'evento. Se i mainstream media si rivelarono perlopiù neutrali (sempre considerando che dedicarono pochissimo spazio all'argomento), possiamo notare come i sostenitori siano perlopiù piccoli blog e agenzie di livello locale. Da questo risultato si desume una predominanza del flusso d'informazione bottom-up, che ha portato alla diffusione e organizzazione dell'evento. L'analisi, però, non tiene conto di un fattore fondamentale: la quantità di persone che effettivamente possono aver letto i post. Inoltre, non viene considerato il Blog di Grillo nell'analisi, anche se si assume a priori la sua importanza centrale. Si conclude così: «V-day was organized, supported and disseminated solely by the initiative and effort of bloggers and small, local news agencies». 

 Il secondo livello si occupa di reti: si cerca di capire come funziona la blogsfera legata a Grillo a livello d'interazione. Il risultato dell'analisi porta all'elaborazione della mappa che vediamo qui accanto. Se confrontiamo la lista dei blog sostenitori di Grillo dell'analisi precedente, ecco la prima sorpresa: non si trova traccia di loro. Il loro ruolo sembra essere irrilevante nei confronti dei blog con elevato livello di lettura, come quelli di Luttazzi o Ricca. Da questa mappa si capisce, inoltre, quale sia l'effettivo ruolo del Blog di Grillo, contrassegnato con la lettera A (per amor di precisione, nonostante si sostenga che la mappa è stata fatta in scala, è semplice notare come il cerchio della A debba essere molto più grosso di quello che è realmente nel grafico. Basta confrontare il suo grado di in-degree, cioè 133, con quello dei blog C e D, 31). Successivamente, si elimina il blog di Grillo dal grafico e si analizza la rete, concludendo che essa può sostenersi anche senza la presenza del punto A. Non si considera però, volutamente, il fattore tempo. Viene a mancare, dunque, il concetto di primacy: si tralascia il fatto che la prima entità a lanciare il V-Day fu proprio il blog di Grillo. È quindi molto più semplice affermare che la struttura sia resistente alla rimozione del nodo centrale.

L'analisi di Pepe e di Gennaro, dunque, è tutta basata su una fallacia argomentativa: si esclude sistematicamente dal discorso il blog di Grillo, affermando a priori che la sua importanza è fondamentale e concludendo poi con l'esaltazione del grassroots, della partecipazione dal basso. È dunque impossibile non concludere che Grillo non si è servito di metodologie top-down dell'informazione.



TIP PER UN'INTERPRETAZIONE AUTONOMA

«Il vero è il non detto, che rimane tale in ciò che è detto rigorosamente ed in modo adeguato. Pensare essenzialmente significa percepire questo non detto nel profondo pensiero del detto e raggiungere così l’accordo con ciò che nel non detto ci viene incontro silenziosamente. Finché all’uomo viene data la parola come possesso che distingue la sua essenza, egli non può più sfuggire al non detto» - Martin Heiddeger









lunedì 10 settembre 2012

(Micro) Grillo e il suo (Mega) spindoctor: Paolo Orsatto racconta Casaleggio


INCIPIT

Buonasera a tutti. Inizio la mia pubblicazione di questo blog, con lo scopo di rivolgere l'attenzione alla presenza del mondo della politica nella galassia web 2.0.  L'obiettivo è di dirigere uno sguardo critico al verso questo nuovo fenomeno, che coinvolge sfera pubblica, politica e mediatica.


Come primo contributo, pubblico questo esaustivo articolo di Paolo Orsatto pubblicato su MicroMega. 









TIP PER UNA INTERPRETAZIONE AUTONOMA

L'analisi viene sospesa per questo primo post. Forniamo però un piccolo input, un aiutino per una propria interpretazione del tema.

Com'era quella frasetta di McLuhan? Ah si..."Il medium è il messaggio"...